Da quando la musica è diventata fruibile a tutti, grazie alle piattaforme di streaming gratuite, il tempo di ascolto è notevolmente aumentato.

I nostri brani preferiti sono diventati la colonna sonora della nostra vita, dalla doccia a fine giornata alla corsetta per rimanere in forma (per esempio, mentre vi scrivo sto ascoltando Ornithology, con lo strepitoso sassofono di Charlie Parker).

Questo, oltre ad avere un forte effetto positivo sulla diffusione e creazione di nuova musica, ha però un enorme problema: troppe volte, creando playlist personalizzate con le nostre canzoni del cuore, ci troviamo a riascoltare un brano che ormai sappiamo a memoria. Le motivazioni sono principalmente due: le nostre raccolte contengono solitamente non più di un centinaio di brani e l’algoritmo tende a farci riascoltare ciò che abbiamo sentito di più.

Allora come possiamo, nel 2024, conoscere nuova musica che risponda ai nostri parametri? Le possibilità sono molteplici: cercherò di riassumere le principali in pochi e pratici punti.

Primo metodo: usiamo le piattaforme di streaming.

Prendiamo per esempio Spotify, il sito che uso più frequentemente per ascoltare musica.

1. Attraverso la barra della ricerca, andiamo su un artista che conosciamo già, oppure che abbiamo sentito nominare e di cui ci piace lo stile. Tra le playlist create automaticamente da Spotify sotto il nome cercato ce n’è sempre una che si chiama “*nome dell’artista* Radio”: questa è molto utile perché, oltre a essere piuttosto lunga, non contiene solo brani dell’artista scelto ma inserisce anche autori e canzoni riconducibili al suo stile. La stessa playlist viene creata per Album ed EP.

2. Una volta trovata la raccolta non ci resta che… ascoltare! Sembra scontato, ma è l’unico modo per capire se, già al primo ascolto, un brano ci trasmette qualcosa. Anche qui ci viene in aiuto la piattaforma: cliccando sul cuoricino vicino alla canzone, questa viene salvata in una playlist a parte (che possiamo ritrovare ne “La tua libreria”).

3. Adesso che abbiamo riempito la lista dei preferiti con i brani che ci sono piaciuti potremo riascoltarli quando desideriamo e, se le canzoni ci saranno entrate in testa, vorrà dire che era proprio ciò che stavamo cercando e potremo aggiungerle alle nostre playlist abituali.

4. Ma la ricerca non è finita: usando questo metodo capita spesso di salvare brani dello stesso artista/album che non conoscevamo. Ovviamente, nel caso, la prima cosa da fare è cercare e ascoltare l’intero disco o l’autore in questione (io per esempio in questo modo ho scoperto Tom Petty, i Lumineers e, parlando di dischi, Born and Raised di John Mayer).

Secondo metodo: ascoltiamo la Radio (non per forza la nostra Radio Hinterland, pur se fortemente consigliato!)

1. La Radio, seppure negli ultimi tempi si stia incentrando maggiormente sull’identità del programma e dei suoi speakers, “penalizzando” il lato musicale, esistono ancora radio con un clock e un concept preciso (in un futuro articolo approfondiremo anche questo argomento) come Virgin Radio, Radio M20 e altre radio di flusso. Se vi piace lo stile proposto dall’emittente, sicuramente troverete nuova musica alla vostra portata.

2. Ma come si fa a riconoscere la canzone se ci perdiamo l’annuncio dello Speaker o se semplicemente non viene nominata? La tecnologia è ancora dalla nostra parte: Shazam è una famosa app per mobile che ci permette, semplicemente cliccando un tasto sullo schermo, di riconoscere nome del brano e dell’artista e l’album eventuale di cui fa parte. Inoltre, nel momento in cui noi “Shazammiamo” il brano, questo viene automaticamente salvato in una raccolta che possiamo poi consultare in seguito.

3. Anche qui vige la regola dei doppietti: un artista che abbiamo salvato più volte deve essere assolutamente approfondito.

4. Shazam, grazie ad una collaborazione con Spotify ed Apple Music, ci permette inoltre di creare una playlist automatica direttamente sul sito con le nostre ricerche: basta entrare nelle “Impostazioni” dell’app e connettersi alla propria piattaforma preferita nella sezione “streaming”.

Ovviamente ce ne sono ancora molti di metodi plausibili… io uso principalmente questi, che sono pratici e veloci, e vi assicuro che funzionano benissimo!

Giovanni Tessera

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